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Per Aspera Ad Veritatem n.11
Regulating covert action

W. Michael Reisman e James E. Baker - Yale University Press, New Haven and London, 1992





Dato alle stampe nel 1992, il testo di W. Michael Reisman e James E. Baker costituisce un'attenta analisi, sotto il profilo giuridico, delle attività sotto copertura nel diritto internazionale.
Il tema, centrale per gli Organismi di intelligence, è sviluppato muovendo da un'ampia e movimentata casistica, nel senso di individuare linee guida più sicure per la politica informativa, al riparo di regole e principi, ancorché sui generis, riconosciuti dalla comunità internazionale.
Entrambi gli Autori si avvalgono della loro esperienza nel settore giuridico-internazionale - Reisman, professore di giurisprudenza alla Yale Law School, è stato consigliere di diversi governi e arbitro in diverse cause internazionali, mentre Baker è procuratore consigliere nell'Ufficio del Consigliere Legale del Dipartimento di Stato - al fine di fornire non tanto una difesa ideologica delle attività sotto copertura quanto invece per osservarne le linee di tendenza e ricercare adeguate soluzioni sul piano giuridico-legale. Ciò anche in ragione delle ondivaghe tendenze dell'opinione pubblica nei confronti di tali attività, troppo spesso legate a situazioni contingenti, senza che possano trovare posto adeguate riflessioni.
Gli Autori ritengono in tal senso preliminarmente necessario definire cosa debba intendersi per attività sotto copertura: nel merito, si tratta certamente di azioni compiute, almeno in parte, segretamente; dal punto di vista giuridico, si intende riferirsi ad azioni che di per sé e per il modo attraverso il quale vengono compiute andrebbero considerate illegali. Non tutte le azioni compiute segretamente, del resto, sono per tale ragione illecite o costituiscono una violazione del diritto internazionale.
I primi due capitoli dell'opera sono dedicati a fornire un quadro generale delle caratteristiche strutturali del sistema giuridico internazionale, in considerazione della profonda differenza esistente tra i meccanismi in esso operanti e quelli invece presenti negli ordinamenti giuridici nazionali. In particolare, nel contesto internazionale, il problema delle attività sotto copertura si riconduce a quello più generale di diritto internazionale concernente l'efficacia e il valore giuridico di azioni unilaterali e del ricorso all'uso della forza. Azioni unilaterali che costituiscono di per sé, palesi o coperte che siano, un ulteriore indicatore della debolezza insita nell'ordinamento giuridico internazionale.
Nei capitoli successivi vengono analizzate le attuali tendenze relative alle attività di che trattasi, che vengono classificate e distinte in operazioni coperte attive, reattive e difensive.
Le prime (attive) vengono compiute attraverso il ricorso a vari strumenti: economici, ideologici, diplomatici, militari. Casi particolari di attività sotto copertura attive sono quelli in cui tali azioni unilaterali vengono motivate dal desiderio di contrastare la violazione di diritti umani o sostenere lotte, presunte o reali, per la libertà e il progresso. Vengono poi riportati alcuni casi di particolare interesse per l'opinione pubblica quali ad esempio l'operazione della Baia dei Porci e l'assassinio di Trujillo.
Le operazioni coperte reattive e difensive vengono analizzate alla luce di quanto stabilito dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, sulla base della vigenza delle norme di reciprocità, cioè del diritto internazionale riguardante le reazioni legittime ad operazioni "aggressive" condotte con strumenti militari, diplomatici, ideologici o economici.
Nel capitolo 6 vengono infine analizzate le norme statunitensi in materia, fondate sul principio secondo il quale in talune circostanze - ove non sussistano altri mezzi o possibilità - può essere indispensabile il ricorso alle attività coperte. Tuttavia, poiché evidentemente trattasi di operazioni "particolari", è di indubbia difficoltà la loro regolamentazione.
Nella parte conclusiva vengono infine riportate alcune riflessioni concernenti il futuro sviluppo di queste attività, considerate comunque indispensabili quanto meno a scopo difensivo. è in tal senso sottolineata l'inevitabilità dell'esistenza di un contrasto tra lo sviluppo di queste e taluni principi alla base dei regimi democratici, primo fra tutti la trasparenza delle decisioni assunte. Questo è indubbiamente il prezzo politico da pagare, sia a livello internazionale che nazionale, per contemperare esigenze essenziali che non pare possano essere compresse ma che possono altresì trovare in democrazia un adeguato contemperamento con il principio del controllo e dell'equilibrio tra i poteri.
Il mutare dello scenario politico internazionale e la fine della guerra fredda determinerà inevitabilmente un diverso orientamento di tali attività, sempre più rivolte, presumibilmente, a fronteggiare nuove emergenze quali ad esempio il fondamentalismo islamico, il terrorismo di varia origine e natura, la criminalità organizzata e il narcotraffico, nonché l'accentuata divisione tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, fonte sicura di destabilizzazione internazionale.
Il testo si conclude con un interessante appendice, utile riferimento per ulteriore approfondimento della materia, nella quale gli Autori riportano cronologicamente gli eventi (violazioni di confine o di spazi aerei, aiuti ad insorti, ecc.) posti in agenda dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel periodo 1969-1988 che, a loro avviso, hanno comportato il ricorso ad attività sotto copertura.



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